Sostenibilità ambientale e consolidamento del settore waste

Pietro Colucci: “ragioni innanzitutto storiche alla base della parcellizzazione in tante società del settore”

Politica e gruppi industriali devono sempre più spesso confrontarsi con la tematica della sostenibilità ambientale. Se la prima è chiamata a delineare un quadro normativo stabile e rigoroso, capace di una progettualità che guardi agli interessi delle future generazioni, è soprattutto ai grandi gruppi industriali che si devono importanti processi innovativi e tecnologie capaci di rivoluzionare il rapporto con l’ambiente, in direzione di una maggiore sostenibilità.

Tra i settori chiave, quello dello smaltimento dei rifiuti occupa un ruolo di primo piano. Si tratta però di un comparto che risente ancora di una forte frammentazione tra tanti operatori industriali, all’interno di un quadro normativo che, nel corso degli anni, non ha favorito lo sviluppo di un processo di consolidamento e concentrazione.

Ma per quale motivo, il settore delle smaltimento dei rifiuti risulta ancora parcellizzato in così tante società? Secondo Pietro Colucci, a capo del Gruppo Sostenya – holding di Partecipazione attiva nel settore ambientale e delle energie rinnovabili – la ragione è innanzitutto storica. “Le società pubbliche, che nascono come aziende municipalizzate e si trasformano in società per azioni e, nel caso delle più grandi, diventano società quotate, nascono per gestire servizi pubblici nel Comune in cui sono state concepite, grande o piccolo che fosse. Questo ha creato una pletora di aziende municipalizzate che, di natura prevalentemente locale, erogano nella maggior parte dei casi servizi pubblici residenziali,  quindi quello della gestione dei rifiuti urbani, e raramente sono attive in settori industriali”, sostiene Colucci.

L’origine delle prime società che si occupano di rifiuti in Italia è spesso di natura familistica, attenta soprattutto alla realtà locale. Un primo cambiamento si verifica negli anni Ottanta, con l’ingresso nel mercato delle società multinazionali. Ciò determina la creazione di player di dimensioni maggiori. Come ricorda Pietro Colucci, “questi Gruppi multinazionali aggregavano, comprandole, società private e ne facevano Gruppi di dimensioni più grandi”.

Da un punto di vista normativo, inoltre, il processo di aggregazione è stato parzialmente ostacolato. A tale proposito, Pietro Colucci ricorda i primi tentativi di concentrazione dei cosiddetti ATO – Ambiti Territoriali Minimi: “la Legge 152 che, per la prima volta, così come per l’acqua, aveva parlato di Ambiti Territoriali Ottimali – e quindi favoriva la crescita di gestori unici nel servizio integrato dei rifiuti (dalla raccolta allo smaltimento) per ambiti territoriali ottimali che, in alcuni casi, erano su base provinciale o addirittura macro provinciale se non regionale – e serviva proprio a favorire la concentrazione – fu in realtà stravolta dai provvedimenti successivi che, con la cancellazione degli ATO, di fatto bloccarono il progetto di concentrazione e crescita delle società pubbliche e private in pochi player nazionali”.

About Pietro Colucci

Pietro Colucci è Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo Waste Italia e Presidente di Innovatec.
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